Origini Delle Scienze Biologiche

Storia Delle Scienze

Lo studio dei viventi assume un carattere di sitematica trattazione scientifica nella cultura greca, già dagli autori del VI e V secolo a.C. gli organismi sono interpretati nei termini della filosofia naturale sulla base di quegli stessi principi con cui viene spiegato tutto il cosmo e senza ammettere una netta contrapposizione fra vivente e non vivente.

Con Aristotele si ha nel IV sec. a.C. la più grande trattazione biologica dell'antichità, il principio dominante della natura è la forma, cioè l'idea compiuta di un oggetto naturale, e  il vivente non può essere perciò spiegato partendo dal basso, cioè dai suoi costituenti materiali, ma da un'anima (entelechia).

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Teofrasto amplia queste conoscenze nell'ambito della botanica, nel Medioevo lo studio dei viventi è limitato soprattutto ad alcuni sviluppi della medicina greca presso gli Arabi e i Bizzantini, che ne conservano e ne traducono i testi. Nel Rinascimento il fervido interesse per l'esplorazione e la descrizione della natura, insieme alla riscoperta dei testi dell'antichità porta a ricche compilazioni enciclopediche di piante e animali, nuovi o già conosciuti, ne sono autori Gesner e Aldrovandi.

Le meravigliose ricerche di Leonardo da Vinci sul corpo umano rimangono sconosciute, mentre le precise descrizioni anatomiche dell'olandese Vesalio iniziano un rinnovamento della medicina scuotendo l'interesse di Galeno.

Arriviamo fino a Pasteur con la scoperta nel 1860 della generazione spontanea dei microrganismi più piccoli, come i batteri, da lui viene l'impulso della microbiologia che permette di conoscere gli agenti delle malattie infettive e i processi immunitari di difesa.

Fino a giungere ai nostri tempi con altre meravigliose scoperte della biologia come l'acquisizione della configurazione autonoma attraverso lo sviluppo della biologia molecolare.

I risultati delle indagini di questi ultimi anni sono stati di notevole importanza non solo per la biologia ma anche per l'eziopatogenesi di molte malattie e di varie allterazioni anatomico-funzionali ereditarie e per una più precisa puntualizzazione nell'impiego di farmaci soprattutto per ciò che riguarda il fattore rischio a livello di alterazione del patrimonio genetico.


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